I loro incubi sono i nostri sogni.

Il movimento della Pantera, il primo a opporsi alla ristrutturazione sociale in senso neoliberista.
Grafica realizzata da buccia per sostenere il progetto

Gli occhi sgarnati di Totò Schillaci e la delusione per la semifinale persa contro l’Argentina di Maradona. Forse, nell’immaginario collettivo degli italiani, del 1990 resta poco più di questo: i mondiali di calcio giocati nel nostro Paese.

Eppure, quello fu l’anno nel quale i movimenti sociali si risvegliarono dopo il “torpore” degli anni Ottanta. Lotte studentesche e dei lavoratori si intrecciarono, dando vita a elaborazioni e pratiche che avrebbero segnato tutto il decennio, per arrivare, in parte, fino ai nostri giorni.

Il movimento studentesco della Pantera è stato il primo, nel nostro Paese, ad avere un nome e un logo, a produrre spot pubblicitari e a usare in maniera conflittuale le reti telematiche. Al suo interno ci fu il primo tentativo di sviluppare una critica alla ristrutturazione neoliberista della società, all’interno della quale era inserita la riforma universitaria che innescò le proteste. Nelle università occupate il rap e la street art trovarono un detonatore che le fece esplodere, ponendole al centro del panorama culturale.

Raccontare quell’esperienza vuol dire comprendere meglio anche i nostri giorni, la società che viviamo e i movimenti sociali che la attraversano.

I loro incubi sono i nostri sogni è un lavoro transmediale di NulloProject, che si propone di raccontare, attraverso un audiodocumentario, un sito e un libro, il movimento della Pantera. Il primo in Italia a opporsi al neoliberismo.

Presto aggiornamenti sul progetto e su come sostenerlo.